IL VERO VOLTO DI
GESU’ SECONDO MARIA VALTORTA
di Antonio Norrito
Qualche tempo fa su giornali e
riviste, finanche in TV ha imperversato una immagine di Cristo fuori da ogni
canone di bellezza e, aggiungerei, fuori da qualsiasi decenza morale ed
intellettuale. Ora si ha l’ardire di poter affermare, con l’opera di un computer
e di un cranio ritrovato durante gli scavi in una strada di Gerusalemme
risalente al primo secolo, di essere vicini ad un presunto quanto improbabile
volto di Gesù. Jean Claude Bragard della Bbc afferma: “Non stiamo dicendo che
questo è il volto di Gesù ma è come potrebbe essere in base alle informazioni
scientifiche che abbiamo”. Secondo l’ipotesi hi-tech Gesù doveva avere i capelli corti, una carnagione scura e i
lineamenti grossolani, insomma doveva essere un comunissimo ebreo popolano dai
tratti volgari. Tutto ciò è un’insulto alla intelligenza dei molti e alla fede
dei pochi, che ancora credono al tradizionale volto di Gesù basato
sull’immagine della Sindone e su certi presupposti teologici. A questo ennesimo
attacco alla religione cristiana compiuta da sedicenti scienziati rispondiamo
con solide argomentazioni naturali: 1° non basta un teschio di un ebreo del
primo secolo a determinare le caratteristiche di un ebreo mediorentale
dell’epoca; 2° si devono riprodurre al computer una campionatura di teschi
sufficienti a determinare un tipo medio di ebreo; 3° si devono confrontare poi
i tratti somatici degli ebrei del primo secolo con quelli di questo secolo,
cioè con i diretti discendenti, per analizzare analogie e dissomiglianze,
giacché gli ebrei a noi contemporanei, pur non essendosi nel corso dei secoli
accoppiati con altre razze, presentano tratti somatici distinti, alcuni dei
quali con caratteristiche nordeuropee quali gli occhi celesti, i capelli biondi
e la carnagione chiara; 4° alla fine della ricerca si deve offrire al pubblico
una campionatura di tipi (ad esempio l’ebreo nobile, l’ebreo guerriero, l’ebreo
commerciante, che anche in altre razze presentano delle caratteristiche
fisiognomiche distinte per ceto) dove si possa intravedere verosimilmente
qualche tratto del volto di Gesù. Non dimentichiamo infine che nel vangelo si
afferma l’origine davidica di Giuseppe, padre (adottivo per chi crede) di Gesù,
e probabilmente anche Maria, la madre del Signore, godeva di sangue reale nelle
vene, come un titolo mariano conferma definendola Torre di Davide. Si può,
quindi, presumere che Cristo avesse dei lineamenti somatici delicati e
signorili, considerate le ascendenze regali.
D’altronde questa pseudoricerca
scientifica resa nota dalla Bbc non poteva che cadere in errore visto che si è
solo soffermata al primo teschio che ha trovato sottoterra. Inoltre vi sono
delle argomentazioni di ordine soprannaturale non meno importanti di quelle
naturali: 1° la bruttezza è entrata nel mondo a causa del peccato, non certo
per disposizione divina. Infatti nella Genesi si afferma che il Signore disse
riguardo alla creazione che essa era “buona”, che in ebraico vuole anche dire
“bella e affascinante”. Maria, la madre del Signore, e Gesù sono esenti da ogni
imperfezione che può suggerire la bruttezza, l’una perché nata senza peccato
originale per l’applicazione anticipata dei meriti di Cristo, l’altro perché
Figlio di Dio e figlio dell’Immacolata in virtù dello Spirito santo. Da ciò
bisogna dedurre che la Madonna
e il Signore erano sicuramente bellissimi, così come, d’altronde, tutti gli
artisti li hanno immaginati nel corso dei secoli.
La seconda argomentazione,
sottilmente contestata da questa orribile scoperta scientifica, è quella
derivante dal mistero dell’Incarnazione. Gesù non è un ebreo qualsiasi, ma il
Figlio di Dio che si fa uomo. Questo è il più grande mistero della fede
cristiana. Ed il mistero non è slegato dalla storia, ma vive dentro la storia,
sostenendola ancora attraverso i sacramenti. Ed il mistero che ruota intorno al
volto di Gesù fa parte della sintesi dell’Incarnazione, lì dove il divino si
unisce all’umano e lo Spirito alla carne. Dunque il volto di Gesù è più facile
intravederlo nello sguardo delicato di un bambino o nella faccia ascetica di un
santo, piuttosto che nel macabro volto di un cadavere riprodotto al computer.
Ecco spiegato perché gli evangelisti non descrivono il volto di Cristo, il
motivo risiede nel fatto che non si può descrivere l’opera dello Spirito
(l’Essere in sé) ma la si può solo raccontare in azione (l’Essere da sé). E qui
ci togliamo i calzari della razionalità perché si sale umilmente sulla montagna
del soprannaturale.
Pertanto i fedeli possono ancora
pregare tranquillamente davanti al volto tradizionale di Gesù con i suoi occhi
celesti, i capelli biondo-rame e la carnagione bianca, perché l’immagine del
Signore riprodotta nelle cattedrali o nelle icone si basa sulla Sindone che
ancora oggi è valida testimonianza non solo viste le numerose quanto serie
indagini scientifiche cui è stata sottoposta, ma anche e soprattutto per le
continue conferme soprannaturali sulla veridicità del lenzuolo sindonico.
Riportiamo qui la più famosa rivelazione privata sulla Sindone, quella della
veggente italiana Maria Valtorta
(1897-1961) la quale, al pari di quanto detto dai sindologi, conferma come
l’immagine del volto impressa sulla Sindone sia di un uomo di bellezza
straordinaria e di prestanza fisica rarissima. Ecco alcuni brani di questa
singolare comunicazioni divina, che descrivono il contesto storico della genesi
del volto sindonico. Gli studiosi di questa disciplina ne dovrebbero tener
conto prima di arrivare ad affrettate conclusioni.
1. Come si imprime il volto di Gesù sulla Sindone.
Racconta Maria Valtorta: “Facevo
l’ora della Desolata, non potuta fare venerdì sera, e, contemplando Gesù steso
sul marmo della pietra dell’unzione con a fianco la Mamma piangente che baciava
le mani trafitte, osservai, e mi chiesi il perché, che il volto di Gesù appena
morto, ossia appena messo su quella pietra, pare più simile al volto di Gesù
vivo, per magrezza e bellezza di quanto non lo fosse sulla via del Calvario,
sulla Croce e quale poi APPARE
NELLA SINDONE. Gesù mi rispose: <<Perché sulla via del Calvario
ero accaldato, tumefatto, con le vene sporgenti per la fatica e già con un
principio di enfiagione per la ritenzione d’urea, consecutiva alla flagellazione
atroce. Sulla Croce tutto ciò aumentò ancora. Dopo la morte, cessato lo spasimo
e svuotato in parte dai liquidi, per via naturale e per la lanciata, il viso si
emaciò di colpo. Anche il lavacro del pianto materno valse a rendere al mio
volto aspetto più conforme all’abituale. Ma sulla SINDONE appare il volto di uno morto da più
ore. Già iniziato perciò il processo solito, e tanto più forte in chi viene
ucciso con tortura pari alle mie, di edema. Sono i trasudati che si spargono
dalle sierose e che vi fanno dire che il morto pare tornato quale era in vita.
E’ la grande pacificazione che la morte stende anche sui volti più torturati. Considera inoltre che l’effigie appare su
una tela e fissata su essa per un processo di aromi e di sali naturali. Tu
sai che qualsiasi macchia su una tela appare tendente a dilatarsi. Ma in realtà
i tratti del mio viso la mattina della Risurrezione, ossia quando Io cessai di
essere coperto dalla Sindone, erano così enfiati. La vita è tornata al Vivente” (da I quaderni del 1944, CEV, p. 556).
2. I tratti somatici degli ebrei.
Dice Gesù: “Occorre tenere
presente che la Galilea
non era un mondo e che i Galilei erano relativamente pochi, che si sposavano
quasi sempre fra loro e che perciò i caratteri somatici erano ripetuti in due o
tre esemplari che da secoli si ritrovavano su quei volti. Non sarebbe errato
dire che in tutti i piccoli paesi, se si fosse andati alle origini, si
sarebbero trovati due o tre ceppi familiari originari, i quali si erano sposati
o risposati fra di loro dando un carattere fisico spiccato in tutta la razza
galilea. Che perciò Giovanni (apostolo,
ndr) avesse anche una somiglianza fisica con Me, non deve stupire. Era un GALILEO BIONDO. Particolarità più rara del galileo bruno
ma che pure esisteva. Ma la sua somiglianza era ancor più spiccata in
quanto riguarda lo spirito” (idem, 15).
3. Il volto dettagliato di Gesù e Maria.
Descrive Maria Valtorta: “E io mi
perdevo a contemplarne il volto (di Gesù) e osservarne i più minuti
particolari. E li ripeto una volta ancora. Capelli divisi alla metà del capo e
ricadenti in lunghe ciocche sino alle spalle. Ondulati per un buon palmo, poi
terminanti in vero ricciolo. Lucidi, sottili, ben ravviati, di un colore biondo acceso che specie nel
ricciolo finale ha decise tonalità di rame. Fronte molto alta, bellissima,
liscia come una fascia, dalle tempie lievemente incavate sulle quali le vene
azzurrine mettono lievi ombre d’indaco trasperendo sotto la pelle bianchissima, di quel bianco speciale di certi individui
di capelli rosso-biondi: un bianco di latte di una sfumatura appena tendente
all’avorio ma con un “che” lievissimo di azzurrino, pelle delicatissima che
pare di petalo di camelia candida, così fina che ne traspare la più lieve
venuzza e così sensibile che ogni emozione vi si disegna con pallori più
intensi e rossori vivi. Ma Gesù io l’ho veduto sempre più pallido, appena un
poco tinto dal sole, preso liberamente nel suo treenne andare per la Palestina. Maria
invece è più bianca perché è stata più ritirata in casa, ed è di un bianco più
rosata. Gesù è di un bianco avorio con quel lieve riflesso all’azzurro. Naso
lungo e dritto, con appena una lieve curva in alto, verso gli occhi, un bellissimo naso sottile e ben
modellato. Occhi incassati, bellissimi,
del colore che ho tante volte descritto di zaffiro molto scuro.
Sopracciglia e ciglia folte, ma non troppo, lunghe, belle, lucide, castano
scure ma con una microscopica scintilla d’oro al vertice di ogni peluzzo.
Quelle di Maria sono invece di un castano chiarissimo, più sottili e rade.
Forse appaiono tali perché tanto più chiare, così chiare da esser quasi bionde. Bocca regolare, tendente al piccolo,
ben modellata, somigliantissima a quella della Madre, dalle labbra giuste di
grossezza, né troppo sottili da parere serpentine, né troppo pronunciate. Al
centro sono tonde e accentuate in bella curva, ai lati quasi scompaiono facendo
apparire più piccola che non sia la bocca bellissima di un rosso sano che si
apre sulla dentatura regolare, forte, dai denti piuttosti lunghi e bianchissimi.
Quelli di Maria sono invece piccini ma regolare e uniti ugualmente. Guance
magre ma non scarne. Un ovale molto stretto e lungo ma bellissimo, dagli zigomi
né troppo salienti né troppo sfuggenti. La
barba, folta sul mento e bipartita in due punte crespute, circonda, ma non
copre, la bocca sino al labbro inferiore e sale sempre più corta verso le
guance dove, all’altezza degli angoli della bocca, diviene corta corta,
limitandosi a mettere un’ombra come di spolveratura di rame sul pallore delle
guance. Essa è, dove è folta, di un color rame scuro: un biondo-rosso scuro. E
così sono i baffi non molto folti e
tenuti corti, di modo che coprono appena il labbro superiore fra il naso e il
labbro e si limitano agli angoli della bocca. Orecchie piccole ben modellate e molto unite al capo. Non sporgono
affatto” (idem, 316-317).
In conclusione, dunque, possiamo
affermare che il volto di Gesù più vicino alla realtà è quello elaborato al
computer dagli scienziati della NASA sull’immagine sindonica, del quale l’unico
difetto è il colore degli occhi che non doveva essere castano, ma azzurro così
come proposto da vari veggenti. Ecco come doveva essere il volto del Signore
secondo le nuove acquisizioni scientifiche e carismatiche: (mettere l’immagine
sindonica da me inviata per mezzo posta, con una vostra didascalia )
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