mercoledì 15 aprile 2015

IL VERO VOLTO DI GESU’ SECONDO MARIA VALTORTA





IL VERO VOLTO DI GESU’ SECONDO MARIA VALTORTA
di Antonio Norrito

Qualche tempo fa su giornali e riviste, finanche in TV ha imperversato una immagine di Cristo fuori da ogni canone di bellezza e, aggiungerei, fuori da qualsiasi decenza morale ed intellettuale. Ora si ha l’ardire di poter affermare, con l’opera di un computer e di un cranio ritrovato durante gli scavi in una strada di Gerusalemme risalente al primo secolo, di essere vicini ad un presunto quanto improbabile volto di Gesù. Jean Claude Bragard della Bbc afferma: “Non stiamo dicendo che questo è il volto di Gesù ma è come potrebbe essere in base alle informazioni scientifiche che abbiamo”. Secondo l’ipotesi hi-tech Gesù doveva avere i capelli corti, una carnagione scura e i lineamenti grossolani, insomma doveva essere un comunissimo ebreo popolano dai tratti volgari. Tutto ciò è un’insulto alla intelligenza dei molti e alla fede dei pochi, che ancora credono al tradizionale volto di Gesù basato sull’immagine della Sindone e su certi presupposti teologici. A questo ennesimo attacco alla religione cristiana compiuta da sedicenti scienziati rispondiamo con solide argomentazioni naturali: 1° non basta un teschio di un ebreo del primo secolo a determinare le caratteristiche di un ebreo mediorentale dell’epoca; 2° si devono riprodurre al computer una campionatura di teschi sufficienti a determinare un tipo medio di ebreo; 3° si devono confrontare poi i tratti somatici degli ebrei del primo secolo con quelli di questo secolo, cioè con i diretti discendenti, per analizzare analogie e dissomiglianze, giacché gli ebrei a noi contemporanei, pur non essendosi nel corso dei secoli accoppiati con altre razze, presentano tratti somatici distinti, alcuni dei quali con caratteristiche nordeuropee quali gli occhi celesti, i capelli biondi e la carnagione chiara; 4° alla fine della ricerca si deve offrire al pubblico una campionatura di tipi (ad esempio l’ebreo nobile, l’ebreo guerriero, l’ebreo commerciante, che anche in altre razze presentano delle caratteristiche fisiognomiche distinte per ceto) dove si possa intravedere verosimilmente qualche tratto del volto di Gesù. Non dimentichiamo infine che nel vangelo si afferma l’origine davidica di Giuseppe, padre (adottivo per chi crede) di Gesù, e probabilmente anche Maria, la madre del Signore, godeva di sangue reale nelle vene, come un titolo mariano conferma definendola Torre di Davide. Si può, quindi, presumere che Cristo avesse dei lineamenti somatici delicati e signorili, considerate le ascendenze regali.
D’altronde questa pseudoricerca scientifica resa nota dalla Bbc non poteva che cadere in errore visto che si è solo soffermata al primo teschio che ha trovato sottoterra. Inoltre vi sono delle argomentazioni di ordine soprannaturale non meno importanti di quelle naturali: 1° la bruttezza è entrata nel mondo a causa del peccato, non certo per disposizione divina. Infatti nella Genesi si afferma che il Signore disse riguardo alla creazione che essa era “buona”, che in ebraico vuole anche dire “bella e affascinante”. Maria, la madre del Signore, e Gesù sono esenti da ogni imperfezione che può suggerire la bruttezza, l’una perché nata senza peccato originale per l’applicazione anticipata dei meriti di Cristo, l’altro perché Figlio di Dio e figlio dell’Immacolata in virtù dello Spirito santo. Da ciò bisogna dedurre che la Madonna e il Signore erano sicuramente bellissimi, così come, d’altronde, tutti gli artisti li hanno immaginati nel corso dei secoli.
La seconda argomentazione, sottilmente contestata da questa orribile scoperta scientifica, è quella derivante dal mistero dell’Incarnazione. Gesù non è un ebreo qualsiasi, ma il Figlio di Dio che si fa uomo. Questo è il più grande mistero della fede cristiana. Ed il mistero non è slegato dalla storia, ma vive dentro la storia, sostenendola ancora attraverso i sacramenti. Ed il mistero che ruota intorno al volto di Gesù fa parte della sintesi dell’Incarnazione, lì dove il divino si unisce all’umano e lo Spirito alla carne. Dunque il volto di Gesù è più facile intravederlo nello sguardo delicato di un bambino o nella faccia ascetica di un santo, piuttosto che nel macabro volto di un cadavere riprodotto al computer. Ecco spiegato perché gli evangelisti non descrivono il volto di Cristo, il motivo risiede nel fatto che non si può descrivere l’opera dello Spirito (l’Essere in sé) ma la si può solo raccontare in azione (l’Essere da sé). E qui ci togliamo i calzari della razionalità perché si sale umilmente sulla montagna del soprannaturale.
Pertanto i fedeli possono ancora pregare tranquillamente davanti al volto tradizionale di Gesù con i suoi occhi celesti, i capelli biondo-rame e la carnagione bianca, perché l’immagine del Signore riprodotta nelle cattedrali o nelle icone si basa sulla Sindone che ancora oggi è valida testimonianza non solo viste le numerose quanto serie indagini scientifiche cui è stata sottoposta, ma anche e soprattutto per le continue conferme soprannaturali sulla veridicità del lenzuolo sindonico. Riportiamo qui la più famosa rivelazione privata sulla Sindone, quella della veggente italiana Maria Valtorta (1897-1961) la quale, al pari di quanto detto dai sindologi, conferma come l’immagine del volto impressa sulla Sindone sia di un uomo di bellezza straordinaria e di prestanza fisica rarissima. Ecco alcuni brani di questa singolare comunicazioni divina, che descrivono il contesto storico della genesi del volto sindonico. Gli studiosi di questa disciplina ne dovrebbero tener conto prima di arrivare ad affrettate conclusioni.


1. Come si imprime il volto di Gesù sulla Sindone.
Racconta Maria Valtorta: “Facevo l’ora della Desolata, non potuta fare venerdì sera, e, contemplando Gesù steso sul marmo della pietra dell’unzione con a fianco la Mamma piangente che baciava le mani trafitte, osservai, e mi chiesi il perché, che il volto di Gesù appena morto, ossia appena messo su quella pietra, pare più simile al volto di Gesù vivo, per magrezza e bellezza di quanto non lo fosse sulla via del Calvario, sulla Croce e quale poi APPARE NELLA SINDONE. Gesù mi rispose: <<Perché sulla via del Calvario ero accaldato, tumefatto, con le vene sporgenti per la fatica e già con un principio di enfiagione per la ritenzione d’urea, consecutiva alla flagellazione atroce. Sulla Croce tutto ciò aumentò ancora. Dopo la morte, cessato lo spasimo e svuotato in parte dai liquidi, per via naturale e per la lanciata, il viso si emaciò di colpo. Anche il lavacro del pianto materno valse a rendere al mio volto aspetto più conforme all’abituale. Ma sulla SINDONE appare il volto di uno morto da più ore. Già iniziato perciò il processo solito, e tanto più forte in chi viene ucciso con tortura pari alle mie, di edema. Sono i trasudati che si spargono dalle sierose e che vi fanno dire che il morto pare tornato quale era in vita. E’ la grande pacificazione che la morte stende anche sui volti più torturati. Considera inoltre che l’effigie appare su una tela e fissata su essa per un processo di aromi e di sali naturali. Tu sai che qualsiasi macchia su una tela appare tendente a dilatarsi. Ma in realtà i tratti del mio viso la mattina della Risurrezione, ossia quando Io cessai di essere coperto dalla Sindone, erano così enfiati. La vita è tornata al Vivente” (da I quaderni del 1944, CEV, p. 556).

2. I tratti somatici degli ebrei.
Dice Gesù: “Occorre tenere presente che la Galilea non era un mondo e che i Galilei erano relativamente pochi, che si sposavano quasi sempre fra loro e che perciò i caratteri somatici erano ripetuti in due o tre esemplari che da secoli si ritrovavano su quei volti. Non sarebbe errato dire che in tutti i piccoli paesi, se si fosse andati alle origini, si sarebbero trovati due o tre ceppi familiari originari, i quali si erano sposati o risposati fra di loro dando un carattere fisico spiccato in tutta la razza galilea. Che perciò Giovanni (apostolo, ndr) avesse anche una somiglianza fisica con Me, non deve stupire. Era un GALILEO BIONDO. Particolarità più rara del galileo bruno ma che pure esisteva. Ma la sua somiglianza era ancor più spiccata in quanto riguarda lo spirito” (idem, 15).

3. Il volto dettagliato di Gesù e Maria.
Descrive Maria Valtorta: “E io mi perdevo a contemplarne il volto (di Gesù) e osservarne i più minuti particolari. E li ripeto una volta ancora. Capelli divisi alla metà del capo e ricadenti in lunghe ciocche sino alle spalle. Ondulati per un buon palmo, poi terminanti in vero ricciolo. Lucidi, sottili, ben ravviati, di un colore biondo acceso che specie nel ricciolo finale ha decise tonalità di rame. Fronte molto alta, bellissima, liscia come una fascia, dalle tempie lievemente incavate sulle quali le vene azzurrine mettono lievi ombre d’indaco trasperendo sotto la pelle bianchissima, di quel bianco speciale di certi individui di capelli rosso-biondi: un bianco di latte di una sfumatura appena tendente all’avorio ma con un “che” lievissimo di azzurrino, pelle delicatissima che pare di petalo di camelia candida, così fina che ne traspare la più lieve venuzza e così sensibile che ogni emozione vi si disegna con pallori più intensi e rossori vivi. Ma Gesù io l’ho veduto sempre più pallido, appena un poco tinto dal sole, preso liberamente nel suo treenne andare per la Palestina. Maria invece è più bianca perché è stata più ritirata in casa, ed è di un bianco più rosata. Gesù è di un bianco avorio con quel lieve riflesso all’azzurro. Naso lungo e dritto, con appena una lieve curva in alto, verso gli occhi, un bellissimo naso sottile e ben modellato. Occhi incassati, bellissimi, del colore che ho tante volte descritto di zaffiro molto scuro. Sopracciglia e ciglia folte, ma non troppo, lunghe, belle, lucide, castano scure ma con una microscopica scintilla d’oro al vertice di ogni peluzzo. Quelle di Maria sono invece di un castano chiarissimo, più sottili e rade. Forse appaiono tali perché tanto più chiare, così chiare da esser quasi bionde. Bocca regolare, tendente al piccolo, ben modellata, somigliantissima a quella della Madre, dalle labbra giuste di grossezza, né troppo sottili da parere serpentine, né troppo pronunciate. Al centro sono tonde e accentuate in bella curva, ai lati quasi scompaiono facendo apparire più piccola che non sia la bocca bellissima di un rosso sano che si apre sulla dentatura regolare, forte, dai denti piuttosti lunghi e bianchissimi. Quelli di Maria sono invece piccini ma regolare e uniti ugualmente. Guance magre ma non scarne. Un ovale molto stretto e lungo ma bellissimo, dagli zigomi né troppo salienti né troppo sfuggenti. La barba, folta sul mento e bipartita in due punte crespute, circonda, ma non copre, la bocca sino al labbro inferiore e sale sempre più corta verso le guance dove, all’altezza degli angoli della bocca, diviene corta corta, limitandosi a mettere un’ombra come di spolveratura di rame sul pallore delle guance. Essa è, dove è folta, di un color rame scuro: un biondo-rosso scuro. E così sono i baffi non molto folti e tenuti corti, di modo che coprono appena il labbro superiore fra il naso e il labbro e si limitano agli angoli della bocca. Orecchie piccole ben modellate e molto unite al capo. Non sporgono affatto” (idem, 316-317).

In conclusione, dunque, possiamo affermare che il volto di Gesù più vicino alla realtà è quello elaborato al computer dagli scienziati della NASA sull’immagine sindonica, del quale l’unico difetto è il colore degli occhi che non doveva essere castano, ma azzurro così come proposto da vari veggenti. Ecco come doveva essere il volto del Signore secondo le nuove acquisizioni scientifiche e carismatiche: (mettere l’immagine sindonica da me inviata per mezzo posta, con una vostra didascalia )


Nessun commento:

Posta un commento